Quiroga Horacio è stato uno scrittore uruguaiano considerato il fondatore del racconto ispanoamericano moderno. Scrisse principalmente racconti, i cui temi principali sono la morte, l'amore e l'Amazzonia selvaggia.
La sua vita fu segnata da continui tragici avvenimenti, come la morte dell'amico che causò egli stesso accidentalmente, il suicidio del patrigno e della moglie.
Nel 1898 conosce Leopoldo Lugones (padre della letteratura argentina) e fonda la «Revista del Salto. Semanario de Literatura y Ciencas sociales» dove debutta come narratore.
Si reca in Francia per approfondire la conoscenza della cultura europea ma, quando torna in patria, vede morire i suoi due fratelli e il suo migliore amico Federico, che uccide con un colpo accidentale mentre sta pulendo il suo fucile. Sconvolto, lascia l'Uruguay e non vi farà ritorno mai più.
Si stabilisce a Buenos Aires, dove insegna nelle scuole superiori, e va a vivere con la moglie nelle regioni tropicali del Paese, da lui tanto amate. Nel 1910 pubblica una raccolta di sedici racconti e il libro Historias de un amor turbio al quale aggiunge Los perseguidados. I suoi racconti incominciano a essere pubblicati su riviste e quotidiani. Nel 1915 una nuova tragedia nella sua vita: la moglie, che non aveva mai condiviso appieno la passione della vita nella selva, muore suicida.
Lo scrittore torna a Buenos Aires coi due figli piccoli e pubblica in volume i suoi racconti nel libro Racconti d'amore, di follia e di morte.
Nel 1918 pubblica Racconti della foresta, che sarà uno dei maggiori successi.
È il 1921 quando pubblica Anaconda, che ottiene grande popolarità.
Dopo aver saputo di essere malato di tumore, si uccide con il cianuro nel 1937.